COMUNITà TERAPEUTICA

La nostra Comunità Terapeutica ‘Casa di Lodesana’ sorge all’interno di un podere sulle colline Fidentine, in Via Cabriolo 75. E’ una struttura accreditata che ospita fino a 15 ospiti.

E’ dedicata a persone-utenti che, per la complessità delle loro problematiche sociosanitarie, richiedono un sostegno a carattere mediativo, attivativo, sussidiario personale e sociale significativo.

Ormai tramontata la fase del “modello lineare Comunità Terapeutica-Rientro” va emergendo un “paradigma complesso reticolare e sistemico”. Il “modello reticolare e multicentrico” che utilizziamo comprende oltre alla Comunità Terapeutica concepita come hub, momento ad alta protezione ed intensità terapeutica del sistema, un insieme di interventi residenziali a media protezione ed intensità terapeutica (appartamenti) ed interventi a bassa intensità (domiciliarità assistita) strettamente connessi. Si tratta di un modello complesso e specialistico che ritiene che la specializzazione debba essere declinata non solo nel senso categoriale di strutture dedicate al trattamento di porzioni specifiche della popolazione con dipendenze patologiche (doppia diagnosi, madre e bambino…) ma nel senso di una specializzazione concepita come sistemi ad alta integrazione e flessibilità con livelli variabili di protezione.

Al centro vi è la cocostruzione del Progetto Terapeutico Riabilitativo Individualizzato (PTRI) che può essere elaborato avvalendosi di una pluralità di strumenti e strutture flessibili, dinamici e articolati in un’ottica di modulabile intensità di cura e di continuità assistenziale all’interno di una coerenza del modello di riferimento per l’intervento psicoeducativo. In tale prospettiva la CT mantiene una indispensabile ma nuova funzione di luogo ad alta intensità di cura e terapeutica come nodo fondamentale del sistema. Questa nuova declinazione della specializzazione ha portato a qualificare e ripensare l’intervento in CT e di tutto il sistema alla luce dei modelli di riferimento per il trattamento disturbi gravi della personalità con un’attenzione particolare alla prevenzione della ricaduta ed una sua rielaborazione in termini di apprendimento nel momento in cui questa si verifichi. Viene inoltre posta un’attenzione specifica alla diagnosi funzionale e non solo categoriale favorendo una modalità di lavoro che tenga conto delle riflessioni già prodotte nell’ambito della riabilitazione sociale nella prospettiva del miglioramento della qualità di vita superando una logica dipendenza versus restitutio ad integrum che in passato operava secondo una rigida modalità on/off. Quella che potremo chiamare una “Comunità Terapeutica diffusa”, permette di di articolare maggiormente ed in modo innovativo i percorsi terapeutici (da quelli tradizionali a quelli che non transitano dalla CT, compresi i percorsi brevi in CT, quelli che iniziano negli appartamenti ed evidenziano in seguito la necessità di un passaggio per una fase della CT), di ridurre i potenziali fattori iatrogeni della Comunità Terapeutica, di migliorare l’appropriatezza dei trattamenti e la performance del rapporto efficienza/efficacia (costo/efficacia).